14 MAGGIO 2020,<\/time> di Paolo Macr\u00ec<\/em><\/strong><\/p>\n <\/p>\n
Sono passati quasi cinquecento anni e Genova torna a essere Superba per un\u2019opera architettonica. Senza mai dimenticare che \u00e8 stata un\u2019immensa tragedia a rendere famoso il Ponte \u201cex Morandi\u201d (in attesa del nome ufficiale), \u00e8 indubbio che la ricostruzione con procedure straordinarie, in tempi record nonostante alluvioni e Covid-19, su disegno della archistar cittadina Renzo Piano, lo render\u00e0 un simbolo unico.<\/p>\n
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Storia, sport, cultura, economia<\/h2>\n Citt\u00e0 strana Genova\u2026 lunga, stretta, senza spazi, arroccata intorno al suo grande porto su ripide e ventose colline; strani anche i suoi abitanti, riservati, scontrosi, rinchiusi tra grandi mura che nel XVII secolo superano una lunghezza complessiva di 19 chilometri, a proteggere un centro storico tra i pi\u00f9 estesi d’Europa. \nQuante eccellenze per l\u2019antica Genova: all\u2019epoca delle Crociate, l\u2019utilizzo della Croce di San Giorgio<\/strong> \u00e8 concesso alle navi inglesi per avere protezione dai pirati e ancora oggi il vessillo della Corona contiene il simbolo della Repubblica Marinara. All\u2019inizio del 1400 la ricchezza delle famiglie genovesi \u00e8 tanta che inventano la prima banca, il Banco di San Giorgio, costruiscono ville, palazzi sontuosi e capolavori come la cinquecentesca, intatta Via Garibaldi<\/strong>, inserita dall\u2019Unesco fra i patrimoni mondiali dell’umanit\u00e0. Proseguono le grandi navigazioni e un certo Cristoforo Colombo<\/strong> scopre quelle che saranno Le Americhe, con l\u2019aiuto di marinai eccezionali vestiti di un tessuto particolare, oggi celebre in tutto il mondo: il Jeans. \nSono \u201crecord\u201d che appartengono al passato. Ma anche in epoche pi\u00f9 recenti Genova ha saputo primeggiare: nello sport, a fine 1800 nasce il calcio in Italia con il Genoa Cricket Club<\/strong> (1893) e viene fondato il primo circolo velico, il Regio Yacht Club Italiano<\/strong> (1879, oggi YCI) che avr\u00e0 un ruolo di guida per la diffusione della vela; un po\u2019 pi\u00f9 tardi, negli anni quaranta, la subacquea muove i primi passi nel porticciolo Duca degli Abruzzi con Cressi, Mares e Durand de la Penne. Non \u00e8 quindi un caso se a Genova ci sono l\u2019Acquario e il Salone Nautico. \nNonostante un\u2019immeritata fama di citt\u00e0 grigia (in realt\u00e0 per il colore dei suoi meravigliosi tetti in ardesia), cultura, arte e spettacolo abitano a Genova: nel 1892, in un vicolo del centro, a due passi dal Palazzo Ducale e dal Duomo, viene fondato il Partito Socialista Italiano<\/strong>; grazie al passaggio dei transatlantici, il Jazz ha un\u2019influenza nella cultura musicale cittadina, che qualche decennio pi\u00f9 tardi d\u00e0 origine alla canzone italiana d\u2019autore<\/strong> con Lauzi, De Andr\u00e8, Conte e Paoli; negli stessi anni si esprimono grandi comici<\/strong> come Govi e Villaggio, poi Grillo, Crozza, Luca e Paolo. In pieno centro ha sede il Teatro dell\u2019Opera Carlo Felice, uno dei pi\u00f9 importanti per modernit\u00e0 e dimensioni. \nNei secoli il cuore pulsante di Genova \u00e8 sempre stato, ovviamente, il Porto<\/strong>. Gioca un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell\u2019industria pesante e caratterizza, poi condiziona anche negativamente, l\u2019economia genovese per tutto il novecento. L\u2019impulso economico \u00e8 accompagnato da una crescita della popolazione che negli anni settanta \u00e8 arrivata a superare le ottocentomila unit\u00e0. \nLa successiva grande crisi industriale<\/strong> \u00e8 stata dolorosa non solo in termini economici, ma soprattutto demografici (oggi i genovesi sono meno di seicentomila!), svuotando rapidamente la citt\u00e0 in un declino inarrestabile, fino al crollo del Ponte, emblema di un territorio che ha costantemente perso aziende, posti di lavoro e rilevanza nazionale, isolato da infrastrutture al collasso. \nLe \u201cteorie\u201d che hanno provato a spiegare le dinamiche distruttive di Genova, spaziano dalla burocratizzazione della vita portuale dovuta a un dialogo difficile con i \u201ccamalli\u201d, limitando lo sviluppo del porto, all\u2019ingerenza negativa dello Stato durante il processo di irizzazione che ha ostacolato una sana cultura d\u2019impresa, al complicato compromesso politico tra due poteri molto forti in citt\u00e0, che hanno preferito controllare anzich\u00e9 sviluppare: quello ecclesiastico e quello politico.<\/p>\n <\/p>\n
E oggi?<\/h2>\n La vera domanda \u00e8 dove sono finite le famiglie genovesi dominatrici per secoli? Perch\u00e9 si sono chiuse nei loro palazzi e hanno smesso di essere commercianti eccezionali? Cosa \u00e8 mancato? Forse si \u00e8 chiuso un ciclo, molto lungo. A tutti i livelli \u00e8 venuta meno una classe dirigente capace di innovare e trasformare, nelle istituzioni e nelle aziende. \n\u00c8 emblematico come alle ultime elezioni regionali nessuno dei due candidati alla Presidenza fosse un genovese (quando la Liguria \u00e8 sempre stata Genova-centrica); il Sindaco Bucci \u00e8 un genovese \u201catipico\u201d, manager internazionale che ha vissuto la maggior parte della sua carriera negli Stati Uniti. Circostanze estranee che hanno prodotto un\u2019energia positiva, complice la rinnovata sinergia tra Confindustria e Camera di Commercio, Aeroporto e Autorit\u00e0 Portuale, qualcosa \u00e8 (forse) cambiato… La tragedia del 14 agosto 2018 ha cementato tutti gli attori, opinione pubblica inclusa, verso una svolta con un orizzonte superiore ai confini delle storiche mura. \nTre macro settori economici hanno ormai basi solide con alto potenziale: il porto<\/strong>, in accordo a una tradizione secolare ma con prospettive di crescita nel momento in cui le grandi opere risolveranno il problema infrastrutturale su gomma e ferro; il turismo<\/strong>, grazie a un rinnovato appeal trainato dal citato Acquario, dal mondo delle crociere e da una valorizzazione del patrimonio storico; l\u2019industria high tech<\/strong>, fondata su un tessuto di Micro e PMI attente all\u2019innovazione, rilanciata dall\u2019insediamento dell\u2019Istituto Italiano di Tecnologia e dalla costruzione del Great Campus Erzelli, ironicamente rinominato \u201cBasilicon Valley\u201d. A proposito, il basilico e ovviamente il pesto, sono un\u2019eccellenza tutta genovese. \nOggi, durante la pi\u00f9 grave pandemia della storia moderna, si fa riferimento al \u201cmodello Genova\u201d<\/strong>. Nonostante un declino che accompagna la citt\u00e0 da quasi cinquant\u2019anni, la Superba \u00e8 simbolicamente un faro, La Lanterna, punto di riferimento di una capacit\u00e0 di risorgere dove sembrava impossibile. La storia secolare \u00e8 testimone delle potenzialit\u00e0 che Genova pu\u00f2 esprimere, nelle persone e nel territorio. \u00c8 il momento di pensare positivo, \u00e8 doveroso guardare al domani<\/strong>, a una \u201cnuova normalit\u00e0\u201d sostenibile, aperta all\u2019integrazione sociale e focalizzata sulle innovazioni tecnologiche in quanto strumenti per migliorare la qualit\u00e0 della salute, della vita lavorativa e sociale. \nChe Genova, o meglio Ianua, sia la porta di accesso verso una visione evolutiva del decennio 2020, perch\u00e9 si annuncia tanto difficile quanto cruciale per le generazioni future.<\/p>\n\u201cA Genova puoi vedere i gabbiani volare dall’alto\u201d (Renzo Piano)<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"14 MAGGIO 2020, di Paolo Macr\u00ec Sono passati quasi cinquecento anni e Genova torna a essere Superba per un\u2019opera architettonica. Senza mai dimenticare che \u00e8 stata un\u2019immensa tragedia a rendere famoso il Ponte \u201cex Morandi\u201d (in attesa del nome ufficiale), \u00e8 indubbio che la ricostruzione con procedure straordinarie, in tempi record nonostante alluvioni e …<\/p>\n
La citt\u00e0 della Lanterna o la citt\u00e0 del Ponte?<\/span> Leggi altro »<\/a><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":4921,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_mi_skip_tracking":false,"site-sidebar-layout":"default","site-content-layout":"default","ast-global-header-display":"","ast-main-header-display":"","ast-hfb-above-header-display":"","ast-hfb-below-header-display":"","ast-hfb-mobile-header-display":"","site-post-title":"","ast-breadcrumbs-content":"","ast-featured-img":"","footer-sml-layout":"","theme-transparent-header-meta":"default","adv-header-id-meta":"","stick-header-meta":"","header-above-stick-meta":"","header-main-stick-meta":"","header-below-stick-meta":"","footnotes":""},"categories":[64],"tags":[],"yoast_head":"\nLa citt\u00e0 della Lanterna o la citt\u00e0 del Ponte? - GalleryGroup<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n