{"id":4764,"date":"2020-03-31T10:12:02","date_gmt":"2020-03-31T08:12:02","guid":{"rendered":"https:\/\/www.gallerygroup.it\/?p=4764"},"modified":"2020-03-31T10:48:21","modified_gmt":"2020-03-31T08:48:21","slug":"digital-divide-chi-sono-i-nuovi-analfabeti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.gallerygroup.it\/comunicazione\/digital-divide-chi-sono-i-nuovi-analfabeti\/","title":{"rendered":"Digital Divide: chi sono i nuovi analfabeti?"},"content":{"rendered":"
Con il termine inglese \u201cdigital divide\u201d si intende il divario che c\u2019\u00e8 tra chi ha adeguato e continuativo accesso ad internet e chi, per scelta o possibilit\u00e0, non lo ha.<\/p>\n
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In Italia l\u201982% della popolazione ha accesso ad internet, questo dato per\u00f2 \u00e8 ampiamente falsato: basti pensare che possedere uno smartphone fornisce formale accesso alla rete, ma non la capacit\u00e0 di saperla utilizzare.
\nIl dato pi\u00f9 interessante lo fornisce l\u2019ISTAT, evidenziando come coloro che sono esclusi dal \u201cmondo digitale\u201d ne perdono i benefici, con un evidente danno socio-economico e culturale. Ad aggravare la situazione, proseguono gli studi ISTAT, \u00e8 il fatto che il digital divide coinvolge maggiormente i ceti sociali gi\u00e0 svantaggiati, creando un pericoloso circolo vizioso di crescente esclusione e povert\u00e0.<\/p>\n
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Il digital divide \u00e8 per\u00f2 ovviamente in continuo movimento, trovando nuove forme e sostanziandosi in modi molto diversi.
\nSe infatti una ricerca su Google o la lettura della posta elettronica possono essere considerate, a livello di conoscenze tecniche, accessibili a quasi tutti, il discorso cambia quando parliamo dell\u2019utilizzo dei servizi digitali della pubblica amministrazione, delle banche, delle assicurazioni o dei social network.<\/p>\n
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A essere vittima di questa tipologia di digital divide, a prescindere dal ceto sociale, sono infatti in gran parte gli anziani, esclusi e resi veri e propri \u201canalfabeti 2.0\u201d.
\nSe da una parte il 15 Novembre del 1960, in una Italia che iniziava a rialzare la testa e usciva definitivamente dal periodo del \u201cdopoguerra\u201d, l\u2019immortale Maestro Manzi insegnava le nozioni base di lettura e scrittura, cos\u00ec oggi \u00e8 pi\u00f9 che mai necessario \u201calfabetizzare\u201d la popolazione all\u2019uso corretto e consapevole degli strumenti che il mondo digitale ci mette a disposizione.<\/p>\n
Se non sei sui social non esisti! Quante volte avete sentito questa frase? Il 60% della popolazione italiana (compresi neonati e centenari!) utilizza quotidianamente i social per connettersi con gli amici, restare aggiornato sull\u2019attualit\u00e0, condividere interessi e trovare intrattenimento e divertimento. Con il termine inglese \u201cdigital divide\u201d si intende il divario che c\u2019\u00e8 tra chi ha adeguato e continuativo accesso ad internet e chi, per scelta o possibilit\u00e0, non lo ha. Digital Divide: alcuni dati ISTAT In Italia l\u201982% della popolazione ha accesso ad internet, questo dato per\u00f2 \u00e8 ampiamente falsato: basti pensare che possedere …<\/p>\n
\nAl di l\u00e0 della semplice provocazione, \u00e8 utile e necessario aiutare a entrare nel mondo dei social network chi ancora non vi \u00e8 presente, garantendo massima sicurezza e trasparenza. Con questi obiettivi nasce, quasi per gioco, il progetto www.socialpertutti.com<\/a> idea subito diventata reale grazie alla collaborazione tra due amici e professionisti del settore: Paolo Macr\u00ec e Carlo Casarico.
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