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Il futuro della formazione: l’hybrid learning

Tra i tanti settori che hanno subito gli effetti negativi della pandemia da Covid19 c’è quello del MICE (meetings, incentives, conferences and exhibitions) ovvero congressi, seminari e convention aziendali, che notoriamente si sono sempre svolti di persona coinvolgendo un elevato numero di partecipanti.

Con il lockdown, che ha reso impossibile lo svolgimento tradizionale di questo tipo di attività, si è assistito alla diffusione dell’utilizzo dei sistemi di videoconferenza e ad una parziale conversione degli eventi residenziali in meeting online e webinar.

Ad oggi, novembre 2020, la normativa vigente prevede che siano sospese tutte le attività convegnistiche e congressuali, ad eccezione di quelle che svolgono in modalità a distanza.

Ma quale sarà lo scenario che si prospetterà quando sarà possibile riprendere gli incontri de visu, nel rispetto delle misure di distanziamento sociale e di contenimento del contagio?

Molto probabilmente sarà favorito lo sviluppo di un nuovo format, detto ibrido, capace di coniugare la tutela della salute con i bisogni formativi e/o comunicativi.

In particolar modo nel campo della formazione, potrebbe prendere piede la didattica ibrida o hybrid learning. Si tratta di eventi che prevedono la fusione di presenza fisica e virtuale, ovvero che si rivolgono simultaneamente sia a persone presenti in aula che collegate da remoto.

Il fattore innovativo della didattica ibrida risiede nella possibilità di raggiungere in totale sicurezza un numero anche molto elevato di discenti, potendone misurare meglio l’audience engagement.

Altro aspetto interessante è che la didattica ibrida è più sostenibile in quanto ha un impatto in termini di consumo di Co2 inferiore a quello di un evento in presenza per lo stesso numero di partecipanti.

Spesso l’hybrid learning viene considerato un sinonimo di blended learning, ma in realtà si tratta di due metodologie didattiche molto differenti; se la prima, come abbiamo visto, si rivolge in simultanea a discenti in presenza e a distanza, la seconda prevede un’alternanza tra lezioni analogiche tradizionali e lezioni online.

Nel blended learning, infatti, si combinano e mixano diversi metodi di apprendimento, ma questi non si affiancano mai; i discenti non hanno possibilità di scegliere la metodologia di loro preferenza e di personalizzare la propria esperienza formativa, ma devono seguire un percorso strutturato.

Il vantaggio dell’hybrid learning è proprio quello di essere flessibile, caratteristica indispensabile durante la situazione attuale. L’insegnamento ibrido, inoltre, rende l’apprendimento più accessibile ai diversamente abili e consente ai discenti che risiedono in aree remote di poter formarsi senza difficoltà.

Sebbene l’hybrid learning sia una misura di emergenza, è molto probabile che diventi un pilastro della formazione, in quanto può essere la chiave per interpretare il presente e l’immediato futuro, garantendo sicurezza, partecipazione del pubblico e sostenibilità.


Nell’autunno 2019 e quindi in tempi non sospetti, GGallery aveva inaugurato la propria “webinar room”, per avviare e potenziare una serie di progetti e percorsi formativi a distanza in modalità sincrona. È stato automatico cogliere e valorizzare la trasformazione in atto: già nelle primissime settimane di emergenza Covid-19 sono stati prodotti i primi corsi e-learning con registrazione da remoto e convertiti molti degli eventi residenziali nel formato “video conferenza”. Ad oggi il nostro calendario 2020 conta oltre 250 webinar o meeting, in diversi settori professionali.

Questa trasformazione è stata accolta con grande favore da tutti gli utenti, al punto che la media delle risposte di gradimento rappresenta un 96% dei partecipanti disponibili a futuri webinar e solo un 4% vorrebbe che avvenissero saltuariamente. Non è un cambiamento momentaneo, molte “abitudini professionali” si sono evolute e hanno abbracciato i tanti vantaggi offerti dal digitale: economia, flessibilità, sicurezza, sostenibilità, facilità di interazione, sono solo alcune delle caratteristiche salienti che abbiamo sperimentato e verificato in un “new normal” della formazione.

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